Chi ha un approccio positivo con la sofferenza o riconosce la sua importanza nel
processo di crescita personale? Tutti tendiamo ad evitarla e a considerarla una
grave interferenza nello sforzo che stiamo profondendo per il raggiungimento
della nostra felicità.
Per questa ragione siamo sensibili e attenti a tutti quei suggerimenti che hanno
la finalità di garantirci il successo nelle relazioni affettive, sul posto di
lavoro o per quanto riguarda il mantenimento del benessere fisico.
Sul piano spirituale siamo propensi ad aprirci a quelle dottrine che ci
presentano Dio come il buon Padre che non può sopportare l'idea che i Suoi figli
soffrano. Di conseguenza tendiamo a convincerci che ci fornirà tutti gli
strumenti per respingere ogni forma di avversità e per tenere a debita distanza
il nemico della nostra anima, il Demonio.
Cerchiamo tutti un anticipo di Paradiso, dove la gioia è una realtà costante e
il dolore, la frustrazione, l'amarezza o la delusione solo un vago ricordo di un
tempo ormai passato. Ma un buon padre non può esimersi dal disciplinare i suoi
figli, dall'insegnar loro la via che porta alla vita, cioè alla conquista di
quei valori che sono il fondamento per un sano equilibrio emozionale individuale
e collettivo.
La disciplina è correzione e la correzione non è motivo di gioia, ma rappresenta
lo strumento indispensabile per creare un pacifico frutto di giustizia. Dio lo
sa ed è Sua cura permettere situazioni conflittuali e dolorose, che Gli
consentano di plasmare il nostro cuore e renderci simili al Suo amato Figlio
Gesù Cristo.
INDICE
1 - Partiamo dal principio
2 - Un regno per Satana
3 - Un caso emblematico (Giobbe)
4 - Inno alla debolezza
5 - Le benedizioni della disciplina
6 - Sofferenza e vita cristiana
7 - Esaminiamo le dottrine
8 - Che fine ha fatto il corpo di Cristo?